04/09/2018 <div style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; white-space: nowrap;'><div style='width: 155px; height: 100%; display: inline-block; text-align: center; vertical-align: middle; border: 0px solid #f00;'><img src='/ecomm_files/data/blog_images/Recensione-Le-due-corone-edizioni03.jpg' style='max-width: 155px; max-height: 155px; display: inline-block; margin: 0px 0px 0px 0px;'></div><div style='display: inline-block; text-align: left; vertical-align: middle; border: 0px solid #fF0; padding-left: 20px;'><h1 style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; font-size: 28px; margin-bottom: 0px; display: inline-block;'>Recensione de Le Due Corone</h1><br><h2 style='font-family: Arial, sans-serif; font-size: 20px; padding-top: 10px; margin-top: 0px; display: inline-block;'>By Sabrina Ginocchio<br><i style='font-size: 12px; font-weight: normal; display: inline-block;'>Storia e archeologia</i></h2></div><br><p><img src="../data/blog_images/Recensione-Le-due-corone-edizioni03.jpg" alt="" width="100%" /><br /><br />Tra i libri di Edizioni03, ho puntato l’occhio sul libro <strong><em>Le due corone</em> </strong>di<strong> Italo Martinelli, </strong>curiosa di conoscere attraverso un romanzo storico la storia di Verona, la città in cui attualmente vivo. Grazie a questa lettura ho fatto un vero e proprio viaggio nel passato di Verona e dintorni, una città dal fascino intramontabile.</p> <p>Il punto di forza di <strong>Italo Martinelli</strong> è la ricostruzione storica del periodo dal 1149 al 1168 che risulta molto curato nei minimi dettagli. La storia ruota intorno ad un gruppo di personaggi (il vescovo Tebaldo, l’imperatore Federico, Papa Alessandro) abilmente ritratti e caratterizzati da una forte personalità. Gli usi e i costumi dell’epoca sono descritti in modo accurato e a questi si aggiungono le narrazioni paesaggistiche di viuzze, boschi e residenze ancora oggi visitabili, come la famosa basilica di San Zeno, patrono della città. <strong>L’autore</strong> racconta un mondo affascinante e stupendo e, allo stesso tempo, cupo e crudele, dove la povertà estrema del popolo si contrappone ai lussi della nobiltà, mentre sono abilmente esaltate le caratteristiche del Medioevo.</p> <p>Quando leggo un libro, sono solita sottolineare parole o frasi che mi colpiscono. In questo caso “... rintocchi ravvicinati voleva dire che se n’era andata una donna, rintocchi più distanziati un uomo” mi ha fatto fare un tuffo nel passato, quando vivevo in Liguria, la mia terra natale: anche i miei nonni, infatti, mi chiedevano di contare il numero dei rintocchi delle campane perché in base a quelli capivano il sesso del defunto.</p> <p>Non c’è da spaventarsi per la presenza di espressioni in latino: pur non avendolo studiato, sono riuscita a comprendere il significato generale e il messaggio che voleva riferire. Ovviamente, le sensazioni che ognuno prova leggendo un libro sono assolutamente personali, ma posso dire che <strong><em>Le due corone</em></strong> è un romanzo piacevole e coinvolgente che consiglio di leggere non solo agli amanti del genere storico.</p> <p><em>Sabrina Ginocchio<br /><br /><br /></em>Il libro lo trovate qui:<br /><a href="../preview.asp?i=640">www.edizioni03.com/le-due-corone</a><br /><br />Il sito ufficiale del progetto editoriale:<br /><a href="http://www.gliscaligeridiverona.it/">http://www.gliscaligeridiverona.it/</a></p></div>

30/08/2018 <div style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; white-space: nowrap;'><div style='width: 155px; height: 100%; display: inline-block; text-align: center; vertical-align: middle; border: 0px solid #f00;'><img src='/ecomm_files/data/blog_images/mary-shelley.jpg' style='max-width: 155px; max-height: 155px; display: inline-block; margin: 0px 0px 0px 0px;'></div><div style='display: inline-block; text-align: left; vertical-align: middle; border: 0px solid #fF0; padding-left: 20px;'><h1 style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; font-size: 28px; margin-bottom: 0px; display: inline-block;'>Il 30 Agosto ricordiamo: Mary Shelley</h1><br><h2 style='font-family: Arial, sans-serif; font-size: 20px; padding-top: 10px; margin-top: 0px; display: inline-block;'>By Alvaro Canton<br><i style='font-size: 12px; font-weight: normal; display: inline-block;'>Letteratura: storia e critica</i></h2></div><br><p><img src="../data/blog_images/mary-shelley.jpg" alt="" width="100%" /></p> <p>Mary Shelley, nasce "Mary Wollstonecraft Godwin" a Londra il 30 Agosto del 1797. <br />Suo padre, William Godwin, fu uno degli esponenti più importanti del razionalismo anarchico, mentre sua madre, Mary Wollstonecraft, fu tra i primi personaggi della sua epoca a promuovere i diritti della donna. <br /><br />A 17 anni si innamora di uno dei seguaci del padre, il giovane poeta ribelle Percy Bysshe Shelley, che sposò due anni più tardi. <br />Nell'estate del 1816 trascorse un'estate che le cambiò la vita con Lord Byron, John William Polidori e Claire Clairmont a Villa Diodati nei pressi di Ginevra.  Durante quell'estate ricca di acquazzoni, Byron suggerì che ciascuno di loro scrivesse un racconto dell’orrore, che poi ognuno avrebbe letto agli altri come passatempo serale. Shelley compose un’opera breve intitolata ‘The Assassins’, Byron scrisse ‘The burial’ mentre Polidori creò la romantica figura di un vampiro affascinante e misterioso, il romanzo ‘The vampire’. Mary invece scrisse “Frankenstein”, dopo averlo sognato in un terribile incubo. Frankenstein è ispirato al mito antichissimo dell’uomo creatore della vita e alle ‘Metamorfosi’ di Ovidio oltre che al ‘Paradiso perduto’ di Milton. <br /><br />Frankenstein è la storia di un giovane svizzero studioso di filosofia naturale che, servendosi di parti anatomiche sottratte a vari cadaveri, li assembla per comporre una creatura mostruosa, cui riesce a dare vita con procedimenti di cui lui solo ha il segreto. Malgrado l’aspetto terrificante la creatura si rivela buona e mite. Ma quando si accorge del disgusto e della paura che suscita negli altri, la sua natura, incline alla bontà, subisce una totale trasformazione ed egli diviene un’autentica furia distruttiva; dopo molti omicidi finisce per uccidere anche il suo creatore.<br /><br />A Mary Shelley si devono tutte le domande e i dubbi etico-filosofici che è stata in grado di sollevare grazie al suo libro: le speculazioni sulle origini della vita, il ruolo ambiguo della scienza, spesso inconsapevole creatrice di ‘mostri’, il problema della bontà e creatività originaria dell’uomo, in seguito corrotto dalla società, e così via. Mary però non è solamente Frankenstein. Concentrandosi e studiando altre sue opere quali 'Valperga', 'The Fortunes of Perkin Warbeck', 'L'ultimo uomo', 'Lodore e 'Falkner',  si scopre quanto sostengono spesso gli ideali di cooperazione e di comprensione, praticati soprattutto dalle donne, come strade per riformare la società civile. Una politica radicale che non l'ha mai abbandonata, una chiara sfida all'etica individualista-romantica promossa da suo marito Percy Shelley e alle teorie politiche illuministe portate avanti da suo padre William Godwin.<br /><br />La sua frase del giorno è:<br />"È più felice quell’uomo che crede che la sua città natia sia il mondo intero, di quello che aspira a divenire più grande di quanto la sua natura gli consenta."</p></div>

23/08/2018 <div style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; white-space: nowrap;'><div style='width: 155px; height: 100%; display: inline-block; text-align: center; vertical-align: middle; border: 0px solid #f00;'><img src='/ecomm_files/data/blog_images/William-Ernest-Henley.png' style='max-width: 155px; max-height: 155px; display: inline-block; margin: 0px 0px 0px 0px;'></div><div style='display: inline-block; text-align: left; vertical-align: middle; border: 0px solid #fF0; padding-left: 20px;'><h1 style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; font-size: 28px; margin-bottom: 0px; display: inline-block;'>Il 23 Agosto ricordiamo: William Ernest Henley</h1><br><h2 style='font-family: Arial, sans-serif; font-size: 20px; padding-top: 10px; margin-top: 0px; display: inline-block;'>By Alvaro Canton<br><i style='font-size: 12px; font-weight: normal; display: inline-block;'>Letteratura: storia e critica</i></h2></div><br><p><img src="../data/blog_images/William-Ernest-Henley.png" alt="" width="100%" /></p> <p>William Ernest Henley nasce il 23 Agosto del 1849 a Gloucester nel Regno Unito.<br />All'età di 12 anni il preside della scuola che frequentò (Crypt Grammar School) lo definì "<em>A man of genius - the first Ìd ever seen.</em>" ("un uomo di genio - il primo che avessi mai visto"). William però si ammalò di tubercolosi e dovettero amputargli la parte inferiore della gamba sinistra.<br /><br />Nonostante la vita per lui partì in salita non perse la forza d'animo, si diplomò e si trasferì a Londra dove cominciò a lavorare come giornalista (1867). Durante i successivi 8 anni dovette essere ricoverato diverse volte e rischiò di farsi amputare anche il piede destro.<br />William si rifiutò e decise di farsi curare da Joseph Lister a Edimburgo, all'epoca uno dei pionieri della chirurgia. Le cure del dottor Lister gli permisero di vivere in modo autonomo per i 30 anni successivi. Fu durante l'ultimo dei tre anni di cure presso il noto chirurgo che scrisse la sua poesia più celebre: Invictus.<br /><br />Nel 2009 'Invictus' diventa ancora più celebre grazie alla trasposizione cinematografica di Clint Eastwood, in cui il presidente sudafricano Nelson Mandela usava la poesia prima come ispirazione per alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid e poi per incoraggiare il capitano della squadra sudafricana di rugby François Pienaar.<br /><br />William era amico dello scrittore Robert Louis Stevenson, celebre per la sua opera ‘L’isola del tesoro’, il quale si basò sulla figura di Henley per inserire nella sua storia il  pirata Long John Silver.<br /><br />William muore l'11 Luglio del 1903 lasciandoci come eredità opere quali  ‘A Book of Verses’, ‘Views and Reviews’ e ‘London Voluntaries’.<br /><br />La sua <strong>frase del giorno </strong>é:<br />"Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Son Io il signore del mio destino: Son Io il capitano dell'anima mia."</p></div>

20/08/2018 <div style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; white-space: nowrap;'><div style='width: 155px; height: 100%; display: inline-block; text-align: center; vertical-align: middle; border: 0px solid #f00;'><img src='/ecomm_files/data/blog_images/salvatore-quasimodo.png' style='max-width: 155px; max-height: 155px; display: inline-block; margin: 0px 0px 0px 0px;'></div><div style='display: inline-block; text-align: left; vertical-align: middle; border: 0px solid #fF0; padding-left: 20px;'><h1 style='font-family: Arial, sans-serif; font-weight: bold; font-size: 28px; margin-bottom: 0px; display: inline-block;'>Il 20 Agosto ricordiamo: Salvatore Quasimodo</h1><br><h2 style='font-family: Arial, sans-serif; font-size: 20px; padding-top: 10px; margin-top: 0px; display: inline-block;'>By Alvaro Canton<br><i style='font-size: 12px; font-weight: normal; display: inline-block;'>Letteratura: storia e critica</i></h2></div><br><p><img src="../data/blog_images/salvatore-quasimodo.png" alt="" width="100%" /></p> <p>Salvatore Quasimodo nasce a Modica il 20 Agosto del 1901. Nel 1916 Salvatore è a Messina, città in cui conosce Salvatore Pugliatti e il futuro sindaco di Firenze Giorgio La Pira, con i quali stringe un'amicizia che sarà destinata a durare negli anni. Insieme ad essi fondò il «<em>Nuovo Giornale Letterario</em>», mensile sul quale pubblicò le sue prime poesie<sup id="cite_ref-Cita|AA.VV.,_2011|pag._165_8-1" class="reference"></sup>. <br /><br />All'età di 18 anni si trasferisce a Roma per finire i suoi studi di Ingegneria che non terminò per le precarie condizioni economiche che subentrarono in quegli anni. Lavorò come disegnatore tecnico prima e come impiegato in un grande magazzino poi. Non smise mai però di scrivere, la sua vera passione, collaborando con vari periodici.<br /><br />Nel 1926 viene assunto dal ministero dei lavori pubblici e si trasferisce a Reggio Calabria dove conoscerà la sua prima moglie. Il suo nuovo lavoro lo porta ad allontanarsi dalla poesia ma grazie ai suoi amici messinesi (divenuti più vicini) riprende tutto ciò che ha scritto nell'ultimo decennio e conclude "<em>Acque e terre</em>" nel 1930. Pubblicherà poi <em>Oboe sommerso</em> (nel 1932) ed <em>Erato e Apollion</em> (nel 1936) in cui il poeta raggiunge una maturità espressiva piena e personale. La ricerca della pace interiore è affidata ad un rapporto col divino che è, e resterà successivamente, tormentato, mentre la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: nel 1940 Quasimodo infatti pubblicherà  una famosa traduzione dei Lirici greci.<br />È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricorre spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è in questo senso l'uso frequente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimandare continuamente a una serie di significati nascosti che non possono trovare una piena espressione. <br /><br />Nelle <em>Nuove poesie</em> (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume <em>Ed è subito sera</em> del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso grazie anche all’uso più frequente dell’endecasillabo: il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte nel poeta un’inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale.<br /><br />Dopo la guerra, nel 1948 conosce la ballerina Maria Cumani che diventerà sua moglie e che gli darà alla luce suo figlio:  Alessandro.<br />Sono gli anni della poesia morale e sociale, tra il 1949 e il 1958 compone <em>La vita non è un sogno</em>,<em> Il falso e il vero verde</em> e <em>La terra impareggiabile </em>che si pongono, con il loro tono epico, come esempio di limpida poesia civile. <br /><br />Nel 1959 gli fu assegnato il premio Noberl per la Letteratura «per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi».<br /><br />Passerà gli ultimi anni di vita compiendo numerosi viaggi in Europa e in America per tenere conferenze e letture pubbliche delle sue liriche che nel frattempo erano state tradotte in diverse lingue.</p> <p>La sua <strong>frase del giorno</strong> è:<br />La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.</p></div>