Intervista a Elisa Nocca
By Alvaro Canton
Psicologia
Intervista a Elisa Nocca
Edizioni03: Ciao Elisa, ti puoi presentare in poche parole?
Elisa: Mi descrivono come una persona attenta e creativa, posso dire di essere sempre stata affascinata dalla capacità umana di aggregarsi, dando forme a stili di vita e culture diverse. Sono cresciuta in una famiglia aperta al prossimo, tradizionalista e di estrazione borghese. Potrebbe sembrare uno strano mix ma mi ha dato un'educazione fatta di più punti di vista. Dopo il diploma in un Istituto femminile ho seguito gli studi di Scienze Politiche laureandomi all'Università di Bologna. Lì ho vissuto diversi anni, poi a Trento e in provincia di Verona, città natale e dove tutt’ora risiedo. Non ho seguito una specifica carriera professionale, forse per occasioni perse o per natura, mi sono trovata a percorrere strade non ancora ben tracciate. Talvolta ho viaggiato in luoghi lontani, altre in mentalità "lontane"! Nel lavoro ho spaziato dalla formazione alle consulenze organizzative, dal giornalismo alla facilitazione di piani di sviluppo. Ci sono stati periodi complicati, anche molto dolorosi, ma questa “altalena” che è la vita regala pure soddisfazioni e gioie, la più intensa certamente, è stata la nascita di mio figlio.
Edizioni03: Il tuo libro, "La tribù che danza", è un saggio di psicologia politica e sociale. Com’è nata l'idea di scrivere questo libro?
Elisa: Più che un libro, potrebbe essere il diario di un esperimento pionieristico, vissuto vent’anni prima! La prima stesura risale infatti ai primi anni ’90, a quando mi venne dato incarico di assessore comunale esterno. Si avviò un processo graduale di incontro con la comunità, annotavo i tempi e la dinamica alla partecipazione tra gruppi e istituzioni… il “ritmo e la danza” che nascevano nella ricerca di un’ identità culturale propria. Negli anni successivi, a questo laboratorio “plurale”, si è avuto modo di capirne gli effetti nel tempo e si è ritenuto utile farne una pubblicazione.
Edizioni03: A chi e perché consiglieresti il tuo libro?
Elisa: Per la sua narrazione potrebbe interessare gli studenti in Scienze Umane, Scienze della Comunicazione, agli amministratori pubblici, ai formatori. Ma potrebbe interessare anche a chi svolge attività di sviluppo organizzativo, aziendale, scolastico o associativo perché la dinamica segue dei principi universali; è il progetto che si sviluppa, che ne cambia la sua conduzione.
Inoltre "La Tribù che danza" mostra un meccanismo di “contagio” delle idee, dei sentimenti e delle azioni tra gruppi, collettivi, istituzioni fino all’espressione comunitaria. Allora non se ne conosceva l’esistenza. Oggi si parla di Cittadinanza attiva, resilienza, con maggiore facilità… ancora però non ci si spinge fino al sentimento sociale né alla produttività comunitaria. Da un punto di vista scientifico, può pertanto essere interessante leggerlo per il “quando” è stato fatto questo lavoro, e quale ragionamento si seguì allora. Anche se riferito ad un territorio e all’identità di una sua propria comunità, lo schema è ripetibile, sempre con la consapevolezza che ogni realtà ha tipicità e risorse diverse.
Edizioni03: La prefazione è scritta da Enzo Spaltro, considerato uno dei migliori nel campo della Psicologia del lavoro in Italia. Come vi siete conosciuti?
Elisa: Sì, il Prof. Spaltro è considerato il pioniere nazionale della Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni, a lui certamente va il grande riconoscimento di aver promosso approcci scientifici di straordinaria lungimiranza. Mi laureai alla sua cattedra in Psicologia del Lavoro, nel 1986, con una tesi sperimentale sulla rilevazione di una nuova variabile di clima organizzativo. Personalmente non lo identifico come una guida accademica; il tempo mi ha fatto dono del suo valore di Maestro, oltre al sapere lo contraddistinguono una profonda umiltà e attenzione umana. Ci siamo ritrovati “complici” nel valutare la pubblicazione. Rispetto al passato si è delineata una metodologia operativa. Dopo varie considerazioni è stata definita “5.0”, non solo perché vanno di moda le numerazioni! Il precedente 4.0 si riferisce all’impatto delle tecnologie sul lavoro e la vita, con l’approccio 5.0 si riposiziona l’uomo come principale attore valoriale del cambiamento.
È un onore che il suo pensiero introduca il libro. Grazie ancora Professore, grazie Enzo.
Edizioni03: Hai altri interessi oltre la psicologia?
Elisa: Meglio puntualizzare che non vanto d’essere psicologa! L’approccio psicologico è uno degli elementi di lettura delle realtà. Detto ciò, vivo soprattutto altri due “mondi “di interesse.
Amo l’arte e da anni dipingo, anche abiti e tessuti. Prediligo però gli acquerelli perché si prestano per una “pittura sensoriale”, così l’hanno definita. Si impara a lasciare uscire l’emotività senza riferirsi a forme precostituite o pregiudizi. Le illustrazioni nel libro sono nate così.
L’altro mondo di cui mi sento parte è la Protezione Civile, a cui proprio mio figlio mi ha avvicinata poco più che bambino. Mi fu chiesto di progettare un campo-scuola dipartimentale e da lì… è un’ esperienza addestrativa e formativa molto intensa, di grande arricchimento umano.
Edizioni03: Come hai conosciuto Edizioni03?
Elisa: Anni fa, in un contesto professionale. Ho assistito all’evoluzione aziendale nei suoi servizi editoriali e ne ho apprezzato la qualità. È una realtà dinamica, e quando ho scelto di pubblicare "La Tribù che danza" ho affidato il mio lavoro con totale fiducia.
Edizioni03: Che piani hai per il futuro?
Elisa: Se date in omaggio la sfera di cristallo vi dico tutto! Più concretamente, sto lavorando ad un progetto d’impresa molto bello, il cui punto di partenza è un centro di formazione certificata sulle tinture di tessuti con estratti vegetali, e con diverse tecniche di artigianato artistico. Questa realtà, seguendo il modello 5.0, sarà poi referente per la realizzazione di altre attività per promuovere occupazione in modo innovativo (e qui sono scaramantica e taccio!), soprattutto mirata all’inclusione sociale e al femminile. C’è anche un prossimo progetto editoriale, ma questo avrà come tema il colore e la pittura. Non è un testo tecnico né artistico; è un esempio di “gioco” che spero possa stimolare altre persone ad usare il colore per liberare emozioni o tensioni.
Edizioni03: Grazie Elisa!
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Il suo libro su Edizioni03: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=215