Il 25 Maggio è la Giornata Mondiale dell’AfricaBy Edizioni ZEROTREFotografiaIl 25 maggio tutto il mondo celebra la Giornata Mondiale dell’Africa. In questa stessa data, nel 1963, trenta leader africani si sono incontrati ad Addis Abeba (Etiopia) per firmare lo Statuto e fondare l’Organizzazione dell’Organizzazione Unità Africana che, nel 2002, è stata rinominata “Unione Africana”. Cinque anni prima, nel 1958, ad Accra (Ghana) si svolgeva il primo congresso degli Stati Africani Indipendenti allo scopo di incoraggiare la decolonizzazione dell’intero Continente. Già in questa occasione si sentiva la necessità di dedicare una giornata alla celebrazione dei progressi dei movimenti di liberazione. Le sfide che l’Africa ha dovuto e sta tuttora affrontando sono diversificate: la povertà, i conflitti sociali, l’analfabetismo, lo sfruttamento minorile. Al fine di fronteggiare alcune difficoltà del “Continente nero”, Green Cross – la ONG ambientalista fondata nel 1993 da Mikhail Gorbaciov – ha lanciato l’iniziativa Energia per restare. Il progetto, avviato in Senegal nel 2017, mirava a creare opportunità di vita e di lavoro per i giovani, contribuendo così a frenare la migrazione irregolare. Inoltre, in cinque villaggi rurali della Regione di Matam (Senegal) la ONG ha installato sistemi di pompaggio dell’acqua alimentati da pannelli fotovoltaici che consentono di risparmiare oltre 2700 litri di gasolio l’anno; ha anche fornito agli abitanti di queste aree le sementi per la coltivazione di 37 ettari di terreno e ha insegnato loro nuove tecniche agricole basate sulla rotazione delle colture. Le problematiche sono tante, ma altrettante sono le bellezze africane che è nostro dovere valorizzare, prime fra tutte quelle naturali; si pensi, a esempio, alle distese forestali del Bacino del fiume Congo. Queste ultime, tuttavia, sono in grave pericolo: le attività minerarie, l’estrazione del legname e la caccia di specie selvatiche sono solo alcune minacce alla biodiversità e all’equilibrio del “cuore verde dell’Africa”. È fondamentale sensibilizzare la popolazione affinché quest’ultima comprenda l’impellenza della questione ecologica, si responsabilizzi nei confronti della Madre Terra e sviluppi una profonda e radicata “consapevolezza ecologica”. A questo proposito, il fotografo italo-francese Sergio Pitamitz si impegna a difendere la natura africana con un’arte molto particolare, quella che il fotografo Steve Winter definisce “fotografia di conservazione”, fatta di scatti volti a stimolare le persone ad agire prima che i danni ecologici siano irreparabili. Nel suo libro fotografico Wild Africa (Novembre 2016, Edizioni ZEROTRE) Pitamitz afferma: “Durante i miei primi anni di fotografia naturalistica gli animali erano per me semplici soggetti, seppur amati da sempre, da immortalare con la mia macchina fotografica. Con il passare del tempo e incarico dopo incarico, mi sono reso conto sul campo delle sempre maggiori difficoltà nel trovare e fotografare i grandi felini ed è allora che è iniziato il mio coinvolgimento nella salvaguardia della natura. Entrare a far parte della National Geographic ha contribuito ad aumentare questo interesse e scoprire che la fotografia ha un grande potere. Il mio supporto a National Geographic’s Big Cats Initiative ne è la naturale conseguenza. Wild Africa vuole essere il mio piccolo contributo alla loro sopravvivenza, fondamentale per la salvaguardia non solo della splendida natura africana, ma della nostra stessa esistenza. Una natura che spero i nostri figli avranno la fortuna di vedere”. Edizioni ZEROTRE propone un altro autore appassionato di cultura africana: Andrea Scabini, fotografo e grande avventuriero. Il suo volume Last tribes of Africa, pubblicato nel settembre del 2019, ha come obiettivo raccogliere testimonianze di culture spesso molto diverse dalla nostra per fissarle nel tempo e trasmetterle a coloro che non potranno viverle o vederle. Secondo il fotografo, infatti, la nostra civiltà occidentale cancellerà a poco a poco le tracce di queste culture lontane. Come dimostrano Andrea Scabini e Sergio Pitamitz, l’arte fotografica può essere un valido strumento di sensibilizzazione su molte tematiche e può essere utilizzata allo scopo di salvaguardare l’ambiente. A tal proposito la land art, una forma d’arte contemporanea sorta intorno al 1967 negli Stati Uniti, è caratterizzata dall’abbandono dei mezzi artistici tradizionali per intervenire direttamente nella natura e sulla natura, sempre tenendo conto dell’impatto che la propria opera artistica potrebbe avere sull’ambiente. La Giornata Mondiale dell’Africa ci insegna a divenire consapevoli delle difficoltà e delle ricchezze di un Continente così complesso e mozzafiato come questo e ci spinge a salvaguardare i suoi ecosistemi, eccezionali per la loro varietà, ma minacciati da un mondo in costante sviluppo. È nostro dovere riflettere su quanto possiamo fare concretamente per cambiare il futuro, con particolare attenzione alla salvaguardia di un ecosistema di cui siamo tutti ugualmente parte integrante.