Spazio d'Autore: intervista a Damiano ZornettaBy Edizioni ZEROTREEconomia / Diritto / Industria / ManagementDamiano Zornetta, consulente aziendale che si occupa di business, è autore del libro International business development. Il volume vuole essere inteso non tanto come un saggio, ma come una guida per quanti desiderano avviare un progetto d’impresa. La fitta giungla di regolamentazioni, statuti e leggi da rispettare pone il neoimprenditore davanti a vere e proprie montagne da scalare; per questo motivo può essere utile rivolgersi a un esperto come Damiano Zornetta, che saprà aiutare il suo interlocutore a raggiungere il successo personale e aziendale. Per quale motivo ha deciso di scrivere questo libro? Lavoro da diversi anni con le PMI e le microimprese, in alcuni casi anche con le start-up, e ho avuto modo di constatare che molti imprenditori vantano una grande preparazione tecnica, ma spesso sono manchevoli nello sviluppo del business, specialmente se si parla di mercati internazionali.Per questo motivo ho voluto creare un libro capace di guidare i professionisti in tutto il percorso imprenditoriale: dall’idea all’analisi, dalla strategia fino all’attuazione del progetto stesso. Quanto è importante affidarsi a esperti del settore per la buona riuscita di un progetto d’impresa? Nella costruzione di una casa è necessario partire da un piano di lavoro ben fatto e avvalersi delle competenze di specialisti. Lo stesso vale per un progetto d’impresa, ma in modo un po’ più complesso: i risultati, infatti, non dipendono solo dalla bravura dell’imprenditore, ma anche da quella dei suoi competitor.Essenziale, inoltre, è possedere tutte le competenze necessarie affinché sia possibile raggiungere gli obbiettivi prefissati; in caso di lacune interne, ci si può avvalere di esperti esterni all’impresa. Qual è il segreto per riuscire a conquistare fette di mercato estero? Diciamo che il “segreto”, per così dire, sta nel riuscire a servire la clientela meglio dei propri concorrenti. Di certo, avere successo “fuori casa” è una bella sfida e richiede molto tempo.Prima di tutto è necessario analizzare il target che si è scelto e capire quali siano le esigenze non soddisfatte dei potenziali clienti.Un’azienda può emergere in modo più facile in alcuni mercati rispetto ad altri: molto dipende dalla competitività, sia interna sia esterna. Importante, però, è anche il tipo di prodotto o servizio che si vuole lanciare. Si vedano, per esempio, Amazon o Netflix: queste società si sono inserite in mercati che parevano ormai conquistati e presidiati, eppure hanno avuto – e continuano ad avere – un grande successo.Infine, l’impresa deve definire una strategia a medio e lungo termine e deve avere criteri di diversificazione geografica e settoriale. Stiamo entrando, si spera, in una fase “post-restrizione” da pandemia. Quanto può essere vincente investire in mercati esteri e perché? La pandemia da Covid-19 ha colpito tutto il pianeta influenzando non solo l’aspetto sociosanitario, ma anche quello economico, con una conseguente alterazione dei comportamenti del consumatore. Dobbiamo rimetterci in careggiata e possibilmente migliorare i modelli di business che si sono dimostrati più deboli; la strategia “mal comune, mezzo gaudio” non può essere la soluzione.Alcuni Paesi europei hanno ipotizzato di portare le catene del valore verso una produzione interna per evitare rischi legati a situazioni di scarsità, che sono meglio gestibili tra località vicine in termini di distanza chilometrica e culturale. Nella quarta di copertina di International business development troviamo l’intervento del professor Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra economica e competizione internazionale (ASCE). Perché si parla di “guerra economica”? Come ha scritto Kissinger, gli Stati, pur trovandosi in una situazione di interdipendenza economica e di cooperazione spesso quotidiana, restano profondamente antagonisti tra loro.Ogni giorno è in atto una lotta finanziaria, economica e commerciale che, anche se non ha portato al conflitto militare, ha superato la normale competizione di mercato ed è diventata un vero e proprio scontro per il predominio, la crescita, la supremazia, l’accaparramento delle risorse, dei brevetti e delle tecnologie. Spionaggio industriale, agguati speculativi, intelligence a tutti i livelli, sanzioni, dazi, blocchi e contingentamenti sono solo un parziale elenco delle azioni e operazioni della “guerra economica”. Lei è socio qualificato APCO e ha conseguito la certificazione internazionale CMC come consulente di direzione. Ci racconti qualcosa in più su di Lei e sul Suo percorso formativo. Ho cominciato il mio percorso professionale all’estero, in Germania, dove mi sono specializzato nel commercio all’ingrosso e internazionale: cercavo partner di distribuzione in Italia per conto dell’azienda per cui lavoravo e supportavo la direzione commerciale.Rientrato in Italia ho lavorato in un paio di piccole aziende nel comparto commerciale estero: sono diventato export manager, poi sono passato alla consulenza e ai servizi in outsourcing.Essenziale è la formazione continua. Per progredire nel lavoro non si può mai smettere di imparare, anzi: è imperativo mantenersi aggiornati e informati, frequentando corsi, gruppi di lavoro, network informali e leggendo riviste di settore, articoli e libri, libri, libri. Consiglio anche di “sfogliare” gli annunci di lavoro delle start-up per capire quali vengono finanziate e quali stanno crescendo. Se un giovane laureato Le chiedesse quali sono i settori in cui investire risorse e impegno personale, cosa gli suggerirebbe? Immagino che in futuro ci saranno parecchi settori che dovranno accelerare sul fronte digitale: qualunque sia la laurea di questo giovane, credo sia imprescindibile una buona conoscenza dei mezzi tecnologici e informatici.In aggiunta, consiglierei un confronto con i colleghi provenienti da altre facoltà per agevolare una contaminazione di idee e uno scambio interdisciplinare. Il grado di complessità e la vastità delle conoscenze necessarie per fare impresa con successo stanno aumentando. Quale consiglio darebbe ai giovani imprenditori e a quanti vogliono fondare una start-up? Come abbiamo potuto constatare con il Covid-19, gli imprevisti possono sempre stravolgere i nostri piani. Il mio consiglio è comprendere a fondo quali siano le domande sul mercato e quale possa essere il target ideale per i propri scopi. A mio avviso, sarebbe utile tenere in considerazione l’aumento dell’età media della popolazione: questo trend riguarda soprattutto l’Occidente e causerà un incremento di prodotti e servizi per la terza età. Altri spunti e consigli li trovate nel mio manuale. A chi consiglia di leggere il Suo testo e perché? Il mio libro è rivolto a chi opera o si accinge a entrare nel mondo dell’imprenditoria e a chi interagisce con i mercati esteri o vorrebbe farlo. International business development offre input interessanti per lo sviluppo di un progetto imprenditoriale. Ci racconta la Sua esperienza con Edizioni ZEROTRE? Ho conosciuto Enza, titolare di Edizioni ZEROTRE, su un autobus. Era l’autunno del 2019 e stavamo andando a Milano per partecipare a SMAU Milano 2019, un’iniziativa di Veneto in Azione. A metà marzo dello stesso anno avevo già iniziato a scrivere il mio manuale, ma non avevo ancora deciso di pubblicarlo, non avendo alcuna conoscenza del mondo dell’editoria. Quell’incontro è stato l’input che, tra marzo e aprile 2020, in pieno lockdown, mi ha portato a completare la stesura del volume. A fine giugno, in soli 3 mesi, è uscito International business development e, in contemporanea, ho aperto la pagina web a supporto del libro www.internationalbusinessdevelopment.it. Si ritiene soddisfatto dell’esperienza maturata con Edizioni ZEROTRE? Sì! La pandemia da Covid-19 non ha aiutato e le attività di promozione ne hanno risentito molto, visto che le presentazioni dal vivo non sono state possibili – ne abbiamo fatta una sola a ottobre 2020 –, ma nonostante questo lo staff di Edizioni ZEROTRE si è rivelato valido e competente. Siamo ai saluti: Le lasciamo lo spazio per consigliarci un settore merceologico per una start-up vincente. Troviamo innovazione, a esempio, nei trasporti: si pensi alle automobili che si orientano verso la guida autonoma o al progressivo aumento dei veicoli elettrici.Oggi è necessaria una crescente attenzione all’eco-sostenibilità, ma nonostante questo molte aziende danno ancora la priorità al proprio profitto e al proprio dominio sul mercato.A ogni modo, i settori “nuovi”, o meglio da innovare, sono svariati. Basilare è fare ciò che ci piace e capire come farlo al meglio, per noi e per gli altri.