Novità: MAPS 1:610_DANZA E PITTURA
By Alvaro Canton
Arte
Tra le novità della libreria spicca il libro "MAPS 1:610", nato dall’incontro tra Jorge R. Pombo (pittore) e Saul Daniele Ardillo (coreografo), in cui le connessioni tra tecnologia, danza e pittura sono il cuore della ricerca dei due artisti. Mentre Jorge reinterpreta con un carboncino - in un incontro tra digitale ed analogico - le piante di alcune grandi città prese direttamente da google maps, Saul Daniele completa l’opera danzando sulle tele del pittore.
Perchè si intitola "MAPS 1:610"? La cifra indica la scala approssimativa in cui sono rappresentate le mappe sulle tele, inoltre 610 è un numero della serie di Fibonacci. Pombo, ispirato dai concetti del leggendario Black Mountain College (al quale Dewey fornì le basi pedagogiche) e interessato ad indagare l’intervento del caso e la perdita di controllo sul processo pittorico, trova nella danza un prezioso alter ego al quale consegnare parte della creazione, lasciandole il compito di completare in modo del tutto autonomo l’opera. Dal canto suo Ardillo coglie l’occasione di sviluppare un codice coreografico in cui il movimento non è più esclusivamente “fine” ma anche “mezzo” creativo.
Si giunge così al punto in cui la danza viene espressivamente potenziata dalla pittura mentre l’opera figurativa non potrebbe nemmeno esistere senza danza, convogliandosi in un unicum che non è giustapposizione ma vera e propria fusione di due processi. Il lavoro si è sviluppato sulla continua tensione fra opposti: l’immagine e la sua negazione, il movimento contrapposto alla staticità del dipinto, l’effimero in rapporto dialettico col durevole e non ultimo il contrasto individuo-molteplicità.
All’uso della tecnologia più moderna (le immagini sulle tele sono riproduzioni fedeli tratte da foto satellitari), si contrappone l’utilizzo del carboncino, media pittorico ancestrale, e della danza, forse la più antica forma di espressione artistica. Da tali contrasti, la performance e la mostra risultante sembrano interrogarsi su dove sia quel punto in cui libertà individuale e civiltà possano reciprocamente coesistere e su come l’arte possa essere scintilla di evoluzione sociale.
Jorge R. Pombo nasce a Barcellona nel 1973, all’età di 24 anni, si trasferisce a Parigi attratto istintivamente dall’arte e dalla storia della città. Solamente un anno più tardi torna a Barcellona e avvia una serie di soggiorni in destinazioni con contrasti culturali partendo dall’Artico, soprattutto Groenlandia e Siberia, attratto dal paesaggio ghiacciato e dalle condizioni climatiche estreme. In futuro farà lo stesso per altri luoghi, come il Tibet o l’India.
Sempre mosso da una curiosità sull’antropologia naturale, nel 2010 si trasferisce a New York, sedotto dalla sua energia caotica, e dove ha vissuto per quasi cinque anni, approfondendo lo studio dei pittori dell’espressionismo astratto e, soprattutto, l’affermazione del Black Mountain College. Nel 2015 ha cambiato residenza scegliendo Reggio Emilia, dove attualmente lavora. Espone regolarmente in gallerie in Spagna, Italia, Francia, Germania e Stati Uniti. Ha inoltre esposto il suo lavoro in istituzioni come il Wallraf-Richartz Museum (Colonia), Il Grande Museo del Duomo (Milano), il Museo Archeologico Nazionale (Venezia) e Can Framis (Barcellona).
Pombo è divenuto famoso nel mondo per la sua originale rivisitazione della pittura classica, che riproduce svuotando la figurazione con azioni di cancellazione a sfumature, per recuperare in modo plastico le “macchie”, le campiture di colore, che sente ancora vive e interessanti al tempo di oggi. Pombo, infatti, riproduce fedelmente le opere originali, sfumandole in un secondo momento con speciali solventi, versati sulla tela in posizione orizzontale, richiamando la tecnica dell’action painting. Tecnica che dona all’opera un effetto ottico di notevole impatto, spiazzante, quasi stordente. Dal suo lavoro emerge prepotente l'influenza della pittura americana degli anni '50, di Jackson Pollock e Barnett Newman, di John Cage e di Cunningham. Il tema centrale della sua poetica è la riflessione sul motivo della pittura in se stessa, concentrandosi sulla dimensione plastica e artistica delle opere.
Saul Daniele Ardillo nato a Carbonara (Bari) nel 1988, inizia i suoi studi di danza all’età di 13 anni. Vince nel 2002 il primo premio al concorso Bari Danza e l’anno successivo ottiene la borsa di studio presso la scuola del Balletto di Toscana di Firenze diretta da Cristina Bozzolini. Entra nell’anno 2004 a far parte della Formazione Professionale della compagnia giovanile del Junior Balletto di Toscana dove danza in coreografie di F. Monteverde, E. Scigliano, A. Colandrea, A. Benedetti, M. Astolfi.
Dal settembre 2007 entra a far parte della Compagnia Aterballetto. Per la Compagnia crea: nel 2010 Esclusa in casa mia e nel 2011 sussURLANDOmi, che vince il Premio Siae del Festival di Spoleto; nel 2012 Attendere prego, nel 2014 Games, nel 2015 B O R N e nel 2016 Impersonal deep.
Nel 2017 crea Adam e nel 2018 la sua coreografia Notturni per Ina Lesnakowski è all’interno del progetto di danza e fotografia In/Finito.
Qui di seguito il servizio della Gazzetta di Reggio Emilia su Maps 1:610 :
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Il libro su Edizioni03 :
https://www.edizioni03.com/maps_1_610_danza_e_pittura