Spazio d'Autore: Intervista ad Adalberto ScemmaBy Edizioni ZEROTREIntervista al giornalista sportivo Adalberto Scemma Ci racconti di Adalberto Scemma. Dopo una lunga militanza nel giornalismo, soprattutto a L’Arena dove sono stato capo dei servizi sportivi e poi inviato speciale, negli ultimi anni mi sono dedicato soprattutto alla letteratura sportiva che insegno ormai da più di vent’anni alla Facoltà di Scienze motorie di Verona. Lei è curatore di una collana sportiva legata all’Associazione Panathlon. Ce ne parla? L’idea è nata nell’autunno 2020 grazie alla qualità dei lavori degli studenti del corso di Letteratura sportiva. Ci siamo confrontati con i tre Panathlon gemellati, i due di Verona e quello di Mantova, e abbiamo scelto di inserire gli studenti universitari accanto a giornalisti e scrittori professionisti per la realizzazione dei libri sullo sport. Le prime allieve sono state Nicole Lorenzet e Sara Perin, ormai prossime alla laurea, che hanno collaborato con Paola Colaprisco, Alessandro Fontana ed Erminio Azzaro alla stesura del libro sulla storia della famiglia Tagliapietra, L’Angelo dei Tagliapietra, appunto. Oltre a questo, in pochi mesi abbiamo pubblicato altri due titoli: Nel nume del padre di Massimo e Leonardo Castellani, padre e figlio, e I guerrieri di Juric, scritto da Adriano Ancona del Corriere dello Sport-Stadio e Alberto Sogliani, e con gli argomenti di carattere tecnico affidati a Romano Mattè, Alessandra Rutili e Carla Riolfi. Il nome della collana La Coda del Drago è un’idea che Le è nata al passaggio del Giro d’Italia, giusto? Sì, l’idea de La Coda del Drago è venuta al passaggio del Giro d’Italia. Una fiondata di effetti cromatici ti si catapulta addosso all’improvviso, è un sussulto che dura pochi attimi. I corridori si piegano in curva e subito spariscono lasciandoti negli occhi l’immagine di una lunga scia multicolore che sembra la coda di un drago cinese, e che ti sfiora senza darti il tempo di afferrarla. Pochi secondi e non c’è più nulla da vedere. È ciò che accade, per metafora, di fronte a tante storie di sport, storie di uomini ma anche di sogni, di leggende e di miti accatastati nel ricordo senza aver mai trovato quell’evidenza che cronache meno superficiali, più disponibili all’approfondimento, avrebbero dovuto garantire. Di qui l’idea di una collana agile nella struttura, destinata nelle intenzioni a testimoniare, o a rievocare, “passaggi di tempo” - storie attuali o storie uscite dall’archivio della memoria - carichi comunque di energia e di suggestione. Vediamo se ho studiato bene: il Panathlon è un movimento internazionale nato per la promozione, la diffusione e l’etica sportiva, e si propone di divulgare, approfondire e difendere i valori dello sport inteso come formazione della persona e aggregazione tra gli atleti. Continua lei a parlarcene? Fa parte del C.I.O., il Comitato Olimpico Internazionale con delega alla cultura sportiva e al fair play. È stato fondato a Venezia dal conte Foscolo nel 1950 e ha sedi e diramazioni in tutto il mondo. Il principale scopo del Panathlon è quello di creare amicizia tra gli atleti e quanti praticano sport. Perché lo ritenete fondamentale? Nello sport non esiste amicizia? Capita a volte che gli avversari vengano considerati alla stregua dei nemici. L’amicizia nasce proprio attraverso il confronto. Da qui il rispetto degli avversari e di regole che hanno alla base il fair play. Il fair play esiste davvero nello sport? E come lo si può raggiungere? Diventa automatico se si pratica lo sport come occasione di crescita personale. Parliamo adesso della collana che cura per conto di Edizioni ZEROTRE e dei volumi pubblicati. Partiamo dal primo, Nel nume del padre, di Massimo e Leonardo Castellani: un dialogo tra un tuffatore olimpionico e un tennista e attore. Il volume che apre la collana, Nel nume del padre, allinea come autori Massimo Castellani e Leonardo Castellani, padre e figlio che, come in un discorrere socratico, si confrontano in un dialogo attuale e reale, il che è già una conquista. Massimo, ex atleta olimpionico e poliziotto dei reparti speciali, da qualche anno primo dirigente della Questura di Mantova, è un papà ingombrante con una gran voglia di partecipare. Leonardo, ex tennista e giovane attore della scuola del Piccolo Teatro, si ribella, ma è incuriosito. Il faccia a faccia attraversa competizioni mondiali, operazioni di polizia e modi di intendere la vita. I due pensieri contrapposti si alleano in un esercizio al dialogo che mira a cambiare, non tanto il punto di vista dell’uno, ma l’anima di entrambi. Io ho curato la prefazione mentre l’introduzione reca la firma di Lorenzo Fabiano. I guerrieri di Jurić è il secondo volume della collana, scritto da Adriano Ancona e Alberto Sogliani che raccontano l’uomo e l’atleta Ivan Jurić. Il secondo volume della collana, che vede come coautori Adriano Ancona e Alberto Sogliani, è dedicato all’avventura straordinaria di Ivan Jurić, allenatore visionario, e dei suoi “irriducibili” calciatori di Genoa, Mantova, Crotone e Hellas Verona. L’analisi di carattere tecnico si intreccia con le osservazioni di carattere umano e, in questa ottica, si inquadrano in maniera esaustiva gli interventi di Romano Mattè, Carla Riolfi e Alessandra Rutili. La terza uscita, L’Angelo dei Tagliapietra, racconta le gesta sportive e umane dell’omonimo mezzofondista degli anni Quaranta, per mano di Paola Colaprisco. Sì. L’Angelo dei Tagliapietra, curato da Paola Colaprisco con prefazione di Erminio Azzaro e interventi di Alessandro Fontana e delle neo-laureande in Scienze motorie Nicole Lorenzet e Sara Perin, pone al centro la saga familiare di Angelo Tagliapietra, talento verdissimo del mezzofondo, vincitore del campionato olimpico dei 5000 Gaston Reiff (Londra, 1948) ma uscito troppo presto di scena. L’esperienza con Edizioni ZEROTRE la ritiene gratificante, oltre che di prestigio per la carica ricoperta? È gratificante per l’occasione che fornisce agli studenti di sperimentarsi nella scrittura accanto a firme importanti della letteratura e del giornalismo sportivi. Quanto è importante diffondere cultura attraverso la narrazione di vita e gesta sportive dei grandi personaggi che hanno scritto la storia agonistica in Italia? Lo sport è un veicolo culturale che ha il privilegio dell’immediatezza: il messaggio che viene lanciato arriva direttamente, senza interferenze. Sono in programma altri titoli, di imminente uscita, tra cui un approfondimento di Luciano Zerbini, finalista olimpico nel disco e il peso, oltre ad essere il presidente di Panathlon Verona. È alla ricerca di autori e suggerimenti per la collana che cura o avete già un calendario d’uscite per il futuro? C’è già un calendario. Tre volumi entro l’anno, Ultimo minuto di Giancleto Simonelli sul canoista Oreste Perri e contenente un’intervista allo stesso Perri da parte di Elena Betteghella. Poi, a settembre, uscirà un altro volume dal curiosissimo titolo Superman ha una Graziella, che però non voglio spoilerare. Dopodiché pubblicheremo Inseguendo Oerter di Alessandra Rutili, con la storia di Luciano Zerbini. In primavera, Libertas Mantova 70 di Tito Righi sul settantesimo anno di attività della squadra di atletica mantovana, e Atletica Bentegodi Story di Alessandro Fontana. -------------------------------------- Puoi trovare i libri sul nostro store: Nel nume del Padre: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=163 I guerrieri di Juric: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=168 L'Angelo dei Tagliapietra: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=164 Ultimo minuto: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=184 Superman ha una Graziella: https://www.edizioni03.com/ecomm_files/preview.asp?i=186