Il “diritto alla memoria” è alla base delle scelte editoriali che hanno accompagnato l’ottavo numero de La coda del drago.
Quasi nessuno, tra i ragazzi under 20 di oggi, sfoglia più un quotidiano: l’acquisizione e l’approfondimento delle notizie si sviluppa ormai attraverso le fonti alternative più disparate. In un’epoca in cui i giovani sembrano sempre meno interessati alla lettura dei giornali, nasce una proposta controcorrente che sta attirando l’attenzione e la curiosità dei lettori di tutte le età: si tratta di raccontare argomenti che spesso non conoscono, ovvero gli eventi e le storie dei personaggi del passato.
È da questa idea che prende forma lo spazio dedicato a numerosi eroi sportivi, come i protagonisti del Verona Scudetto 1985, il pugile Leone Jacovacci, Fabio Nicolè e i calciatori Jurgen Sparwasser e Oliver Bierhoff. In questa sezione c’è posto anche per i grandi protagonisti della letteratura sportiva, da Vittorio Sereni a Paolo Volponi, da Giorgio Bassani a Gian Paolo Ormezzano, da Gianni Mura a Giorgio Lago; senza escludere raffinati intellettuali come Carmelo Bene e Gilberto Lonardi, che non hanno mai nascosto la propria passione per lo sport. Infine, nella rivista è presente un focus su un “drago della scrittura di sport” come Roberto Beccantini e un delizioso interludio curato da Andrea Maietti.
ANTEPRIMA SFOGLIABILE

Quasi nessuno, tra i ragazzi under 20 di oggi, sfoglia più un quotidiano. Non servono dati statistici per avere una conferma della tendenza in questione: è sufficiente chiedere ai giovani del loro rapporto con la lettura dei giornali e attendere una risposta, la quale ormai sorprenderebbe solo gli adulti troppo distaccati dalla realtà.
C’è chi ha iniziato a interrogarsi sui limiti di un sistema che, invece di stimolare la conoscenza della realtà attraverso il confronto delle idee – come si è sempre fatto e come insegnano i testi di neuroscienze – agisce in modo caotico e aggredisce le sinapsi “a mucchio selvaggio”, senza lasciare tracce durature né attivare veri processi cognitivi. Con questa modalità di apprendimento viene meno l’incisività delle informazioni che assimiliamo ma, soprattutto, veniamo privati del “diritto alla memoria”.
È dalla consapevolezza di questa situazione attuale che nasce la proposta controcorrente de La coda del drago che sta attirando l’attenzione e la curiosità dei lettori di tutte le età: si tratta di raccontare argomenti che spesso non conoscono, ovvero gli eventi e le storie dei personaggi del passato.
L’ottavo numero della rivista dedica, infatti, ampio spazio alla clamorosa impresa dell’Hellas Verona, vincitrice quarant’anni fa di uno storico scudetto, l’unico assegnato da un secolo a questa parte a una squadra di provincia. In copertina domina l’immagine di Osvaldo Bagnoli portato in trionfo a Bergamo; all’interno, invece, un revival firmato da Adalberto Scemma e l’intervento in punta di penna di Gilberto Lonardi.
Restando in ambito calcistico, Tonino Raffa crea una coinvolgente narrazione – a partire dalla recensione del pregevole volume di Giovanni Tosco – della storia esemplare di Jurgen Sparwasser, l’“eroe che tradì” la Germania dell’Est dopo aver piegato quella dell’Ovest al Mondiale 74. Alla presentazione del libro, svoltasi a Roma, ha preso parte anche Marco Tardelli: commovente il momento dello scambio delle maglie con Sparwasser, a quarantotto anni di distanza dallo storico Magdeburgo-Juventus. Sempre con la firma di Raffa, è presente anche l’intenso ritratto di una voce leggendaria della radio-telecronaca italiana: Nicolò Carosio.
In veste di revival, trova poi spazio la riproposta di un frammento del Campo dei ricordi di Gianni Mura, dedicato alla meteora del nostro calcio Bruno Nicolè. Uscito dal calcio a soli 26 anni, Nicolè ha dato vita a entusiasmi e speranze per la sua presenza in un quintetto offensivo della Juventus, che lo vedeva schierato all’estrema destra accanto a Boniperti, Charles, Sivori e Stacchini.
Come da tradizione ormai consolidata, La coda del drago ha riacceso, grazie alla cura di Alberto Brambilla, l’interesse per i grandi protagonisti della letteratura sportiva. Ritroviamo da Giorgio Bassani, tifoso della Spal, a Vittorio Sereni, che non ha mai nascosto il suo amore per i colori neroazzurri, fino a Paolo Volponi, due volte Premio Strega, eppure smarrito al momento di commentare le scelte – poi rivelatesi vincenti – di Enzo Bearzot al Mondiale di Spagna, quando lo scrittore esclamò “Non ci sto capendo niente!”.
Non mancano due approfondimenti dedicati a Gianni Brera: il “Calciobibbia” raccontato da Giorgio Lago e il “duello” con Manzoni affidato, invece, alla penna di Trifone Gargano. Inoltre, è presente anche un ricordo commosso del grande Gian Paolo Ormezzano, fuoriclasse bulimico della letteratura sportiva. Piero Faltoni, poi, intervista Roberto Beccantini per la rubrica “I draghi della scrittura di sport”, tracciandone un ritratto a tutto tondo dalle mille sfaccettature. Di grande impatto è anche il focus che Pasquale Coccia ha dedicato a Carmelo Bene, nel quale genio calcistico e genio teatrale convivono.
Chiudono la sezione due autentiche perle: l’intervista di Massimiliano Castellani al rugbista Marco Evoldi, che affronta il Parkinson senza farsi sconfiggere, e la riproposizione a firma di Virginia Murru della vicenda umana e sportiva di Leone Jacovacci.