Le immagini racchiuse in questo volume diventano un ponte tra passato e futuro, tra nostalgia e speranza. Rappresentano una connessione viva con il patrimonio culturale dell’Arsenale di Taranto, rendendolo accessibile e vibrante per chiunque voglia riscoprirlo. L’idea di un’opera sull’Arsenale Militare di Taranto è nata circa un anno fa, durante una conversazione svolta presso il Palazzo Ammiragliato nel corso della quale ho stimolato l’interesse dell’amico Cataldo Albano, artista di straordinaria sensibilità che parla di marinai e di tarantini comunicando direttamente al nostro più profondo io, sostituendo le parole con le immagini. Perché realizzare questo volume? Perché l’Arsenale della Marina Militare ha influenzato questa città con la sua storia e in parte l’ha plasmata; ma è soprattutto uno scrigno che racchiude la maestria di coloro che costruiscono con le mani, di coloro che traducono le idee - che per quanto avveniristiche e complesse, sono enti immateriali - nella fisicità delle cose, quelle cose che poi cambiano la nostra vita. Questa raccolta di immagini - immagini profonde che parlano senza parole – s’intitola "mani in opera", ma potrebbe parimenti intitolarsi "l’opera delle mani" o "la maestria delle mani" o, ancora, "la dignità delle mani" perché concettualizzano il passaggio dall’idea al compiuto, alla creazione, forse l’atto più importante dell’umana volontà.
Da marinaio, comprendo l’indispensabile lavoro delle maestranze, civili e militari: di donne e uomini dei quali forse non conosco il volto, ma ben conosco l’opera delle loro mani. Per anni ho navigato su navi da loro amorevolmente riparate e utilizzato sistemi scrupolosamente verificati; per anni la mia sicurezza e quella degli equipaggi con cui ho condiviso l’imbarco si è basata totalmente sulla loro opera, instancabile, spessa anonima, ma sempre necessaria e risolutiva. Questo perché, a fronte dell’attività fondamentale condotta in mare a tutela degli interessi nazionali, ci sono azioni altrettanto necessarie svolte a terra, anche negli stabilimenti di lavoro, per garantire l’efficienza dei mezzi e la sostenibilità dell’attività operativa, oggi proiettata come non mai verso tutti i continenti a causa di uno scenario internazionale complesso e in continua evoluzione. Questo è ciò a cui le donne e gli uomini che lavorano in Arsenale hanno sempre contribuito e contribuiranno. E ciò che avevo chiesto all’amico Cataldo era proprio di testimoniare il loro contributo alle attività operative, alla capacità di proiezione, al sistema Paese. E lui ha colto la richiesta avvalendosi dello strumento più diretto, più immediato della comunicazione, la fotografia, mirabilmente sospinto dalla sua inventiva, dal suo amore per il lavoro e dal suo attaccamento a questa città: una città che vede il proprio legame con l’Arsenale partire da lontano... Nelle immagini di questo volume si percepiscono il fluire delle generazioni, l’orgoglio del lavoro, la soddisfazione del risultato, la maestria del fare e, tramite il fare, il non essere secondi a nessuno, la certezza dell’utilità del proprio lavoro, che non è solo il sostentamento dell’uomo ma anche, e forse principalmente, l’espressione del suo essere tale tramite il proprio impegno. E quell’impegno e quella dedizione oramai centenari hanno lasciato dei segni visibili in quei luoghi... Grazie, pertanto, a Cataldo Albano per aver risvegliato, laddove fosse stato necessario, una testimonianza e per essersi fatto, con la propria arte, specchio di un’altra arte, quella del lavoro del nostro Arsenale, certo che queste fotografie susciteranno l’orgoglio di chi vi lavora e vi ha lavorato, ma anche di questa città che tanto dà alla Marina e che tanto dalla Marina riceve. Il volume è diviso in quattro raccolte fotografiche: - Le mani: in arsenale, le mani sono protagoniste nel trasferire maestria dall’uomo alla materia, nell’operare con cura, forza e precisione. - in opera: in molte lavorazioni. il risultato è frutto dell’impegno di menti e di mani che operano in squadra. - gruppi: la squadra moltiplica la capacità di operare e trasmette il saper fare del maestro, è motivo di coesione, di consapevolezza, di orgoglio. - panoramiche: il fascino di una storia di operosità che si rinnova, incastonata nello scenario unico dei due mari.